000 | 019660000a22002170004500 | ||
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005 | 20130819212337.0 | ||
008 | 200910s2007||||it |||||r|||||||||||ita d | ||
020 | _a9788834313466 | ||
040 |
_aCO-BoICC _bspa |
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041 | _aita | ||
082 |
_a262.52 _221 |
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901 |
_aVAP _cJEAM _bJEAM |
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942 | _cBK | ||
100 | 1 |
_aRouthier, Gilles, _d1953- |
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245 | 1 | 3 |
_aIl Concilio Vaticano II : _brecezione ed ermeneutica / _cGilles Routhier |
260 |
_aMilano : _bVita e Pensiero, _cc2007 |
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300 |
_a398 p. ; _c22 cm |
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440 | 0 |
_aCultura e storia ; _v26 |
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500 | _aNotas: p. [321]-398 | ||
500 | _aIl Concilio Vaticano II è stato "la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel XX secolo: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre". Così affermava all'alba del nuovo millennio Giovanni Paolo II. Con il Concilio infatti la Chiesa cattolica aveva assunto nuovi orientamenti per proseguire la suamissione di sempre in un contesto storico fortemente mutato. L'evento conciliare generò un clima di grande entusiasmo e di slancio, una sorta di "nuova Pentecoste", in forza della quale la Chiesa rinnovava la suafedeltà a Dio e pensava di poter parlare al mondo facendosicapire, dopo un lungo periodo di allontanamento. Come peraltro successe per molti concili, la recezione del Vaticano II incontrò tuttavia gravi difficoltà, che ne resero problemática l'assimilazione nel concreto della vita ecclesiale. Anzituttoil '68, con il suo portato di sovvertimento dell'ethos tradizionale, delle istituzioni e della politica, segnò la crisi della modernità avviando il proceso della destrutturazione sociale postmoderna. Ma anche la Chiesa stessa sperimentò profondi travagli, per la fatica che inevitabilmente comportano i passaggi di crescita, con la formazione di nuove pratiche, mentalità e paradigmi di pensiero, ma soprattutto per i conflitti, talvolta laceranti, tra le diverse interpretazioni del Concilio | ||
999 |
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